Carmelo Arden Quin

Nato nel 1913 a Riviera, in Uruguay, Carmelo Arden Quin si interessa all’arte in giovane età grazie allo scrittore catalano e amico di famiglia Emilio Sans e presto comincia a dipingere. Nel 1935 incontra Joaquin Torres-García, da poco rientrato dall’Europa dove aveva conosciuto Piet Mondrian e Michel Seuphor con i quali, nel 1930, aveva dato vita al gruppo “Cercle et Carré”. Ben presto, a Montevideo, Torres-García diventa mentore del giovane Arden Quin che aderisce ai suoi principi estetici e resta colpito dalle sue sculture trasformabili e articolabili. Tuttavia, nel 1936 Arden Quin trasgredisce i limiti tradizionali del rettangolo creando, in modo programmatico e non casuale, le prime opere non ortogonali a contorni irregolari della storia dell’arte; operazione che andrà sempre più costituendo una sorta di “coscienza poligonale”. Lo stesso anno, alcuni di questi lavori vengono esposti alla Casa de España a Montevideo. 

Verso la fine del 1937 si trasferisce a Buenos Aires, dove frequenta gli artisti d’avanguardia e s’iscrive ai corsi delle facoltà di Filosofia e di Lettere. Nel 1938 entra a far parte del “Grupo de pintores de vanguardia” con Guy Ponce De Léon, Pablo Becker, Luis Lloret Castels, Amaury Sarmiento. Nel 1941 è uno dei fondatori della pubblicazione bimestrale “El Universitario”, nella quale vengono diffuse le sue idee politiche ed estetiche. Nel 1944, dopo lunga gestazione, costituisce il gruppo Arturo, e pubblica l’omonima rivista, insieme a Gyula Kosice, Rhod Rothfuss, Tomás Maldonado e altri, nella quale si elabora una teoria estetica formulata sulla dialettica materialista. Alla pubblicazione intervengono Murillo Mendes, Vieira da Silva, Vincente Huidobro e Torres García.

Nel 1946 il gruppo d’artisti si divide nell’Asociación Arte Concreto Invención e nel Gruppo Madí del cui manifesto Arden Quin aveva dato pubblica lettura il 3 agosto 1946 all’Institut Français des hautes Études di Buenos Aires.

In questo periodo realizza opere con cornici poligonali, abbandona la visione piana e frontale per creare forme curvilinee irregolari in legno o cartone che alternano forma convessa e concava che più avanti chiamerà “Formes galbée”. Inoltre comincia a realizzare i “Coplanals”, opere composte da diversi poligoni, a volte uniti, a volte disgiunti oppure mobili e quadri-oggetto. 

Trasferitosi a Parigi nel 1948, Arden Quin frequenta gli artisti e i maggiori esponenti della cultura europea e internazionale: Vantongerloo, Michel Seuphor, Marcelle Cahn, Auguste Herbin, Jean Arp, Georges Braque, Francis Picabia ed altri artisti d’avanguardia. Crea il Centre de Recherches et d’Études MADI nel suo studio in rue Froidevaux. Sperimenta opere con diverse combinazioni di colori e strutture mobili e con il gruppo Madí espone con cadenza annuale al Salon des Réalités Nouvelles, inoltre da Colette Allendy, Denise René, Suzanne Michel solo per citare alcune delle gallerie di riferimento dell’epoca. 

Negli anni ’50 crea lavori con la plastica bianca o il legno smaltato e lucidato. Si tratta di un procedimento molto lungo, dato che ogni strato deve asciugare perfettamente prima dell’applicazione del successivo. Nel 1954 a Buenos Aires fonda il gruppo Arte Nuevo che tiene la sua prima mostra alla Galleria Van Riel. A Parigi pubblica “Opplimos” e dirige la rivista “Ailleurs” e negli anni sessanta partecipa al movimento Poesia Concreta. Realizza opere mobili e fino agli anni ’70 lavora con collage, découpage e quadri-oggetto, mentre continua a sperimentare la forma ad “H” dando luogo a rilievi frazionati, aperti in due direzioni. Nel 1970-71, dopo quindici anni, riprende la pittura, rielabora i “Coplanals” e le “Formes galbées”. 

Negli ultimi decenni del Novecento e negli anni 2000 prende parte a importanti esposizioni in Europa e in America, tra cui la mostra Latin American Artists of the twentieth Century al MoMA di New York. Arden Quin muore a Savigny-sur-Orge, nei dintorni di Parigi, nel 2010.  

Le sue opere sono oggi custodite nei maggiori musei del mondo.

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