Nanni Balestrini
A cura di Gianluca Ranzi
Dal 22 settembre al 3 novembre 2017
MAAB Gallery presenta PERISCOPE, una serie inedita di collages di Nanni Balestrini, realizzata a Parigi nell’agosto del 2016. La mostra, curata da Gianluca Ranzi, si compone di 20 opere di 42×20 centimetri e di una di 84×40 centimetri, più alcune opere storiche che illustrano il percorso dell’artista dagli anni Sessanta a oggi. Il titolo della mostra e della serie di collages deriva dalla nota rivista parigina Pariscope, nata nel 1965 e i cui numeri settimanali dell’agosto 2016 sono serviti a Nanni Balestrini come materiale per la produzione dei collages. Da Pariscope il titolo della serie diviene PERISCOPE, a significare quel movimento a 360 gradi di lettura della realtà che l’operazione del collage permette all’artista. Infatti mentre la rivista parigina, il cui ultimo numero cartaceo è uscito nell’ottobre 2016, era dedicata agli eventi cittadini, l’operazione di smontaggio e di rimontaggio delle immagini e delle parole attuata da Nanni Balestrini, sposta il piano di lettura dalla realtà locale a un affresco colorato, dinamico e pulsante del mondo contemporaneo, come se si passasse dalla geografia alla Storia.
leggi tuttoL’effetto è duplice: da una parte le immagini delle pubblicità vengono decostruite quasi a smascherare la loro artificiosa perfezione patinata e sono ricondotte al caotico blob mediatico che oggi affastella immagini dopo immagini, dall’altra parte le parole, i numeri e le casistiche, anch’essi ripescati da Balestrini da questo gioco mediatico di furbo “copia e incolla”, appaiono ora ridefiniti e riposizionati dal suo acuto sguardo periscopico, che riesce a mostrarne con ironia e leggerezza anche la banalità, l’approssimazione e la parzialità.
Il lavoro di Nanni Balestrini, fin dai primi anni Sessanta al confine tra immagine e parola, da sempre interdisciplinare e aperto alla contaminazione, ha fatto dell’indeterminazione e dell’apertura dei codici visivi e letterari una delle sue caratteristiche fondanti, fino a toccare recentemente con il film Tristanoil il tema della rigenerazione automatica, infinita e imprevedibile delle immagini. Nel caso dei collages di PERISCOPE tale attenzione alle leggi del caso e dell’imprevedibilità è associata a una ricomposizione formale estremamente accurata e talvolta quasi “pittorica” nella scelta dei colori e dei toni dominanti, nelle forme in cui si iscrivono, nelle cadenze delle lettere-segno che scandiscono i collages o nella curiosa ripetizione “a dittico” che alcuni di essi assumono.
In questo caso l’opera di Balestrini, che come già avvenuto in passato affonda le sue radici anche nella tradizione dell’arte, si serve di una lingua forse futura che sa guardare al passato, ma che sa soprattutto far luce sul presente, ampliandone le prospettive, arricchendone i significati e aumentando l’interesse alla comprensione delle cose, che essa avvenga oppure no.
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